Maggio, mese della Madonna

 

È facile capire perché Maggio sia il mese della Madonna: è uno dei mesi più belli, in cui i fiori colorano i paesaggi e diffondono i loro profumi, in cui la primavera risveglia la natura e le creature… per cui viene spontaneo rivolgere il pensiero a Maria, per antonomasia, la più bella delle creature. Per questo a maggio la si onora e la si prega più che negli altri mesi.

Forse nei paesi questa devozione si respira più che in città. È un ricordo comune a molti quello delle donne che uscivano di casa la sera per incontrarsi nei capitelli: le mamme si portavano dietro i bambini, le anziane camminavano in gruppo raccontandosi le ultime chiacchiere… e poi insieme, bambini, giovani e anziani, recitavano il Rosario, la preghiera mariana per eccellenza.

Il Rosario ha quasi mille anni di storia, ma nella sua semplicità e profondità, rimane una preghiera di grande significato. È un modo per chiedere aiuto a Dio per i tanti problemi, assilli, fatiche e progetti che segnano la nostra vita, ma è anche contemplare il Signore attraverso gli occhi di Maria e immergersi in Lui.

C’è chi si chiederà: ma in un tempo come il nostro, così denso e frenetico, la preghiera del Rosario non rischia forse di apparire un po' anacronistica? Nella mentalità odierna il Rosario è visto talvolta come una preghiera per suore e vecchiette, alcuni lo trovano una preghiera meccanica e ripetitiva, e trovano difficoltà ad avvicinarlo, ma la ripetizione fa parte del Rosario, è una sua caratteristica…

Spesso l’unico modo per assimilare una verità è quello di meditarci sopra, di ritornarci su, di ripetere… quindi la ripetizione nella recita del Rosario non è un esercizio meccanico, bensì un modo per comprendere, per metabolizzare, per assimilare nella nostra vita quei misteri che fanno parte e fondano la nostra fede.

Ma il Rosario, prima d'essere una formula ripetitiva, è una preghiera, un gesto d'amore, quindi troviamo nella ripetizione che lo caratterizza un esercizio di amore… perché quando uno ama, ama ripetere anche le stesse parole, non apparendo mai monotono.

La ripetizione lenta delle stesse parole ha un senso profondo se viene inquadrata nel bisogno di ciascuno di ripetere i gesti che fa per trovare le certezze che lo guidino nella vita. In fondo gran parte del nostro apprendimento avviene tramite questa via: ripetere ciò che conosciamo per fissarlo nella nostra mente. Spesso è proprio la ripetizione che dà conferme e rassicura. Come per i bambini, che da un lato sono incuriositi dalle favole nuove, mentre dall'altro desiderano ascoltare le storie che già conoscono per sentirsi rasserenati e tranquilli. Qualunque ambito della vita umana prendiamo in considerazione, ci accorgiamo che alla base di esso ci sono dei gesti abitudinari che infondono quella sicurezza di cui siamo profondamente alla ricerca.

Ecco perché anche la ripetizione delle preghiere, e il Rosario lo è per antonomasia, è una via che costruisce il nostro rapporto con Dio. Certo non deve essere una ripetizione meccanica, pura e semplice, ma una ripetizione che fa scendere nel profondo di noi stessi.

La riscoperta del Rosario "nel suo pieno significato", che - come ci dice Giovanni Paolo II - "porta al cuore stesso della vita cristiana", può essere una buona strada da percorrere in questo mese.

Dovrebbe essere l’occasione per conoscere meglio Maria e imitarla di più, per imparare da Lei a credere e ad essere umili, a riconoscerci bisognosi di Dio, perché il pericolo di insuperbirci e di pensare di non averne bisogno è sempre in agguato.

Abbiamo bisogno di imparare a pregare, di riconoscere la povertà della nostra esistenza, la pigrizia nell'accogliere il progetto di Dio su di noi, l’indifferenza, le distrazioni che sviano le nostre giornate…

Maria, attraverso la preghiera del Rosario - con i suoi silenzi, con la proclamazione della Parola di Dio, con la meditazione - ci richiama all'essenziale.

 

Michela