LA BONTÀ È DISARMANTE
Queste sono le parole che ti accolgono quando entri al SERMIG a Torino, parole scritte in un pezzo di muro semi-demolito segno, da una parte, della solidità e della bontà e, dall’altra, che si possono abbattere i muri del nostro cuore duro per incontrare l’altro con la sua storia.
Mi piacerebbe che queste parole illuminassero il tempo di Quaresima che è appena iniziato.
Da una parte, perché impariamo a guardare le persone preoccupandoci, prima di ogni altra cosa, di volergli bene per quello che sono, senza cadere in facili giudizi che non tengono conto che ognuno di noi ha una storia segnata da sbagli, peccato, desideri delusi con i quali ogni giorno fa i conti.
Dall’altra, perché impariamo che non c’è nessuno troppo povero o “sbagliato” da non avere nulla di buono da dare agli altri.
Infatti, se noi non teniamo conto della persona siamo portati a giudizi, che diventano maldicenze, come descrivono bene le parole del Barbiere di Siviglia, dove si legge: «La calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile che insensibile sottile leggermente dolcemente incomincia a sussurrar. Pian piano terra terra va scorrendo va ronzando: nelle orecchie della gente s’introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar…..»
Infatti, molte volte le chiacchere sugli altri si gonfiano e diventano una tempesta che distrugge, stravolge tutto quello che incontra e non si cura più della verità e del bene, ma ci fa diventare spietati e cattivi verso le persone che giudichiamo.
Penso che questa Quaresima possa veramente far cadere le nostre chiacchiere e farci sentire che un atto di bontà verso il fratello, che come me sbaglia e che come me ha i sui peccati, può diventare veramente disarmante e farci scoprire che il cuore cambia quando è amato e non quando è giudicato da parole che lo fanno chiudere e diventare duro.
L’appello che faccio non è al buonismo, che non serve a nulla, ma alla bontà che sa recuperare il bene che c’è in ogni persona, perché solo questo bene può recuperare il male e gli errori.
Ecco che il cammino di Quaresima diviene un digiuno dalla chiacchiera che riempie tante volte le nostre bocche e i nostri cuori per riscoprire l’interessarsi alla vita dei fratelli per il bene.
Don Raffaele